Geco leopardino: quando serve il veterinario

Condividi questo articolo dove vuoi

Prima di tutto una precisazione importante. Le indicazioni che seguono servono a riconoscere in fretta i campanelli d’allarme e a stabilizzare l’animale nell’attesa della visita. Non sostituiscono in alcun modo la valutazione clinica. Evita rimedi improvvisati, farmaci umani, oli o bagni eccessivamente caldi. La regola d’oro è intervenire con calma, tenere sotto controllo temperatura e umidità, raccogliere informazioni utili e contattare il veterinario esperto in animali esotici.
Come prepararsi alla visita

Per il trasporto utilizza un fauna box o un piccolo trasportino con carta assorbente pulita. Riscalda solo metà del contenitore con una fonte di calore esterna in modo che l’animale possa scegliere dove posizionarsi. Mantieni una temperatura tiepida intorno ai ventotto o trenta gradi e assicurati che la fonte non sia mai a contatto diretto con il geco. Porta con te foto chiare del terrario, le temperature della zona calda e della zona fresca, l’umidità rilevata, il tipo di dieta e di integrazioni usate e il peso più recente. Se riesci, raccogli anche un piccolo campione di feci fresche.

Appetito, peso e colore della livrea

Un geco che rifiuta il cibo per una settimana o poco più ma resta vigile, curioso e con la coda ben piena potrebbe trovarsi in un periodo di digiuno volontario. La situazione cambia se compare abbattimento, se il peso scende, se la coda si assottiglia o se il colore della livrea si fa più scuro. In questi casi occorre verificare subito che la zona calda al suolo sia davvero tra trentuno e trentatré gradi e che la tana umida sia sempre disponibile. Se l’inappetenza persiste e l’animale appare spento o dimagrito è prudente organizzare la visita entro breve tempo.

Muta e salute della pelle

La muta difficoltosa si riconosce dai residui su dita, punta della coda o attorno agli occhi. La prima azione utile è ripristinare una tana ben umida e applicare per alcuni minuti impacchi tiepidi con garza inumidita con soluzione fisiologica. Non strappare mai i residui. Se noti dita più piccole, pallide o fredde, significa che la muta ha fatto da laccio e sta compromettendo il circolo. Questa è una urgenza e il controllo veterinario non va rimandato.

Bocca, mandibola e arti

La salivazione copiosa è un segnale da prendere sul serio. Può indicare stomatite, ferite, ustioni del cavo orale o infezioni. Mantieni l’animale caldo e tranquillo e non cercare di aprirgli la bocca. Le deformazioni della mandibola o degli arti rimandano spesso alla malattia metabolica ossea oppure a fratture o infezioni articolari, evita integrazioni somministrate a caso e prenota la visita in tempi rapidi. Se l’animale non riesce a usare uno o più arti, considera la situazione come una emergenza.

Respiro e secrezioni

La respirazione a bocca aperta o rumorosa non è mai normale. Riduci lo stress ambientale e contatta il veterinario nella stessa giornata. Se compaiono scoli dal naso, dalla bocca o dagli occhi, isola il geco, pulisci con delicatezza con fisiologica sterile e organizza la visita entro ventiquattro ore. Evita spray o antibiotici topici senza indicazione.

Feci, urati e cloaca

L’assenza di feci per periodi lunghi richiede attenzione soprattutto se l’animale è apatico. Controlla che beva e che l’acqua sia sempre pulita, ottimizza la temperatura, ma non usare lassativi o oli. La diarrea espone a disidratazione e spesso accompagna parassitosi o infezioni. In questo caso raccogli un campione di feci e programma il controllo. Se il geco fa fatica a defecare o a emettere gli urati, potresti avere a che fare con costipazione. Non effettuare bagni molto caldi e non praticare clisteri domestici. Un addome che aumenta rapidamente di volume impone prudenza: sospendi il cibo, non massaggiare e richiedi una valutazione in tempi stretti. Se dalla cloaca protrude un tessuto rosa e umido si tratta con grande probabilità di un prolasso. Mantieni il tessuto costantemente umido con soluzione fisiologica e raggiungi il veterinario con la massima urgenza.

La coda dopo l’autotomia

Dopo la perdita della coda, di solito entro una settimana si forma un tessuto di granulazione asciutto e regolare. Se la ricrescita non accenna a iniziare, se compaiono essudazione, cattivo odore o sanguinamento, allestisci un ambiente molto pulito su carta assorbente e limita le manipolazioni. Anche in questo caso la visita è consigliata in tempi rapidi.

Che cosa farà il veterinario

La valutazione in ambulatorio parte da un esame obiettivo completo e da una revisione della gestione domestica. A seconda dei segni clinici possono essere indicati esami delle feci, radiografie o ecografie, esami del sangue, tamponi e colture. La terapia viene scelta in modo mirato e può includere fluidi per reidratazione, analgesici, antibiotici o antimicotici quando sono necessari, somministrazione di calcio per via parenterale nelle forme di malattia metabolica ossea, gestione dei prolassi, rimozione in sicurezza di materiale che ostruisce l’intestino e cure della ferita del moncone della coda. Nei problemi respiratori si affiancano riscaldamento controllato e ossigenoterapia quando serve.

Cosa evitare davvero

Non forzare mai l’apertura della bocca e non spingere il cibo a tutti i costi. Non usare oli o lassativi per tentare di risolvere la stipsi. Non strappare la muta trattenuta dalle dita o dalla coda. Non nebulizzare sostanze o farmaci senza una prescrizione. Non somministrare farmaci destinati all’uomo.

Conclusione

Riconoscere in tempo i segnali critici e agire con metodo permette di evitare complicazioni. Il primo alleato del geco resta una gestione ambientale precisa, con temperatura corretta, tana umida ben funzionante, alimentazione varia e monitoraggio del peso. Quando qualcosa non torna, la scelta migliore è sempre quella di affidarsi alla visita veterinaria, senza tentativi rischiosi.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *