Tarantola rosa cilena

  • Classe: Arachnida
  • Ordine: Araneae
  • Sottordine: Mygalomorphae
  • Famiglia: Theraphosidae
  • Sottofamiglia: Theraphosinae
  • Genere: Grammostola
  • Specie: rosea

Ia Grammostola rosea, noto come tarantola rosa cilena, è una specie terrestre sudamericana apprezzata per indole generalmente tranquilla e costituzione robusta. In questa guida trovi ciò che serve per un allevamento responsabile, dai parametri ambientali alla dieta in cattività, con note su riproduzione, prevenzione sanitaria e quadro normativo. La promessa è una scheda chiara, basata sulle fonti scientifiche utile a neofiti e allevatori intermedi per mantenere la tua tarantola rosa cilena in sicurezza e in salute.

Habitat naturale della Grammostola rosea

Specie originaria di aree semi aride di Cile, Bolivia e Argentina. È un opportunista del sottosuolo che sfrutta cavità naturali, tane abbandonate e fessure tra rocce. Il clima presenta umidità bassa con variazioni stagionali e piogge episodiche. Queste condizioni spiegano la tolleranza a periodi secchi e l’assenza di necessità di elevata umidità costante in cattività [1].

Aspetto e caratteristiche fisiche

La DLS (Diagonal Leg Span è il modo “da allevatori” per indicare la dimensione di una tarantola che sarebbe la distanza diagonale tra la punta della zampa I da un lato e la punta della zampa IV dal lato opposto ) intorno a 15 centimetri. Presenza di peli urticanti. Esistono forme cromatiche rosate e più grigie che sono state storicamente confuse con Grammostola porteri. Le differenze cromatiche e alcuni tratti morfologici si osservano tra popolazioni, ma richiedono esame specialistico [1].

Comportamento e stile di vita

Specie tendenzialmente docile ma con individualità variabile. Può alternare periodi di esplorazione a lunghi digiuni spontanei che durano anche mesi e non indicano patologia in assenza di altri segni clinici. Le femmine possono raggiungere longevità elevate, fino a 20 anni. I maschi vivono in media circa 5 anni [1].

Come allevare un Grammostola rosea in cattività

La Grammostola rosea è una specie robusta che vive bene in ambienti relativamente asciutti. Di giorno mantiene il suo benessere con temperature comprese tra 22°C e i 26°C, mentre di notte può scendere senza problemi verso i 18-22°Ci. Brevi cali un po’ più marcati non la mettono in difficoltà, purché non siano prolungati. L’umidità ideale resta moderata, attorno al 40–60%, con ricambio d’aria generoso grazie a fori di ventilazione ben distribuiti. La luce ambientale della stanza è sufficiente e non servono lampade a raggi ultravioletti o faretti puntati. L’acqua dev’essere sempre disponibile in una scodellina pulita e rifornita spesso.

Per l’alloggio di una femmina adulta va bene un terrario con base all’incirca trenta per trenta centimetri e un’altezza contenuta, perché questa specie è terricola e le cadute da in alto sono pericolose. Il pavimento deve offrire più superficie rispetto allo sviluppo verticale. Come substrato si usa fibra di cocco oppure terriccio privo di fertilizzanti, ben compattato e asciutto, con uno spessore tra 8-12 centimetri che consenta di scavare e attutire eventuali urti. Un rifugio in sughero disposto a mezza luna permette all’animale di sentirsi al sicuro. Gli elementi decorativi e le piante non sono indispensabili e vanno scelti con attenzione, evitando spigoli e materiali che trattengono troppa umidità.

Se la stanza scende stabilmente sotto i diciotto gradi si può aggiungere un tappetino riscaldante applicato su un lato del terrario e controllato con termostato, così da creare un gradiente termico senza surriscaldare. Evita sempre il riscaldamento dal basso che può stressare l’animale e asciugare in modo irregolare il substrato.

La gestione dell’umidità è semplice. Il terrario deve restare tendenzialmente secco, con la scodella d’acqua come principale riserva. Puoi umidificare leggermente un angolo del substrato ogni due o tre settimane o quando noti i segnali della fase che precede la muta, senza inzuppare l’intera superficie.

L’alimentazione negli esemplari adulti può seguire un ritmo di una preda di taglia media ogni 10-14 giorni, scegliendo insetti d’allevamento come grilli, locuste o blatte. La preda non dovrebbe superare in volume l’addome della tarantola. I giovani hanno un metabolismo più rapido e mangiano più spesso, anche due o tre volte a settimana con prede proporzionate alla loro taglia. Gli avanzi vanno rimossi entro ventiquattro ore e non si dovrebbero mai offrire insetti raccolti all’aperto. Questa specie è famosa per lunghi periodi di digiuno, a volte anche di alcuni mesi, che rientrano nella normalità se l’addome resta ben turgido.

In prossimità della muta molti esemplari rifiutano il cibo. Dopo la muta conviene aspettare che i cheliceri tornino di colore scuro e che il nuovo esoscheletro si indurisca. Per i giovani in genere bastano sette dieci giorni, per gli adulti è prudente attendere due o tre settimane prima di offrire di nuovo una preda.

Il comportamento è in genere tranquillo ma può diventare difensivo all’improvviso. Meglio evitare la manipolazione diretta. La specie possiede setole urticanti che può liberare in aria, perciò usa pinze lunghe durante la manutenzione. Mantieni l’acqua pulita, rimuovi gli scarti e sostituisci una parte del substrato circa una volta all’anno o quando necessario. Se compaiono muffe o piccoli infestanti aumenta la ventilazione e correggi l’umidità.

Gli errori più comuni da evitare sono l’eccesso di umidità o un fondo costantemente bagnato, il superamento prolungato di ventotto gradi, l’uso di fonti di calore dal basso, l’adozione di terrari troppo alti con poco substrato e le manipolazioni frequenti. Con questi accorgimenti la Grammostola rosea vive serena e mostra i suoi ritmi naturali con poca fatica di gestione.

Cosa mangia il Grammostola rosea

Dieta in natura

La Grammostola rosea è un predatore opportunista per lo più notturno dei territori aridi del Cile centrale settentrionale: caccia appostata all’ingresso della tana o muovendosi lentamente sul terreno e si nutre soprattutto di artropodi terricoli proporzionati alla sua taglia, come grilli e cavallette, blatte, vari coleotteri inclusi tenebrionidi, larve di insetti, altri ragni e talvolta piccoli chilopodi; in occasioni rare può consumare anche prede vertebrate molto piccole come giovani lucertole o rane, e non è esclusa la necrofagia su invertebrati freschi trovati lungo il cammino; la disponibilità di cibo cambia con stagione e umidità, motivo per cui i digiuni prolungati sono fisiologici; in cattività l’equivalente sensato è offrire insetti d’allevamento come grilli, locuste e blatte di dimensione non superiore all’addome, evitando prede catturate all’aperto e vertebrati.

Dieta consigliata in cattività

Usa insetti come grilli, locuste e blatte tipo dubia o lateralis; attenzione alle larve di tenebrione, usateli occasionalmente perché molto grassi. Evita assolutamente vertebrati e insetti presi all’aperto. La preda non dovrebbe superare la larghezza dell’addome. 

Frequenza dei pasti per età e fase

Frequenza di massima: sling molto piccoli due tre volte a settimana con micro prede intere o a pezzi pre uccisi; giovani una due volte a settimana con prede proporzionate; adulti una preda media ogni dieci quattordici giorni. Tieni sempre una scodella d’acqua pulita e ricorda che la specie può digiunare per settimane o mesi senza problemi se l’addome resta ben turgido. Offri il cibo con pinze, rimuovi gli avanzi entro ventiquattro ore e non lasciare prede vive durante la muta o la premuta; dopo la muta aspetta sette dieci giorni nei giovani e due tre settimane negli adulti prima di riprendere l’alimentazione, questo è importante per dare il tempo ai cheliceri di indurirsi. Se l’addome diventa molto più grande del carapace dirada le somministrazioni per evitare sovrappeso.

Riproduzione del Grammostola rosea

Maturità dei maschi tra 4 e 7 anni con sviluppo di spermateche accessorie. Le femmine raggiungono la maturità più tardi, tra 8 e 12 anni. Dopo un accoppiamento riuscito la femmina può impiegare sei mesi fino a oltre un anno per produrre il sacco ovigero. Valori riportati per lo sviluppo dell’ooteca indicano temperature di 22 o 25 gradi Celsius e umidità tra 55 e 65 percento. Il sacco contiene circa 100 fino a 500 uova. Alcuni allevatori rimuovono il sacco tra 30 e 45 giorni per incubazione artificiale. I piccoli emergono in 8 fino a 12 settimane e mutano al secondo stadio dopo 3 fino a 4 settimane [1].

Principali malattie e prevenzione

Il sovrappeso è fattore di rischio così come esiti avversi di muta e per traumi addominali, prevenibile con frequenze di alimentazione prudenti. Per la prevenzione sono raccomandati ambiente asciutto e ben ventilato, acqua pulita, quarantena dei nuovi ingressi e igiene ordinaria del terrario. Ti ricordo che queste indicazioni non sostituiscono la visita veterinaria; in presenza di sintomi rivolgersi a un veterinario esperto in animali esotici.

Curiosità e note interessanti

I lunghi digiuni sono fisiologici e possono durare mesi senza perdita di condizioni generali. La specie tollera ambienti asciutti in cattività, purché sia sempre disponibile una fonte d’acqua. La tradizionale distinzione tra forma rossa e forma grigia riflette differenze cromatiche più che bisogni di allevamento diversi [1].

FAQ

Quanto deve essere grande il terrario per un adulto di Grammostola rosea.

La dimensione minima efficace si ottiene prendendo come riferimento la DLS (vedi sopra). Una base pari a tre volte la DLS è il minimo, meglio avvicinarsi a quattro o cinque volte per favorire comportamento naturale e ridurre il rischio di cadute. Substrato profondo e rifugio sono essenziali [1].

Quanto deve essere grande il terrario per un adulto di Grammostola rosea.

Le fonti indicano una temperatura diurna compresa tra 22-26°C. L’umidità viene descritta come moderata e non elevata. È importante evitare ristagni e muffe, mantenendo una buona ventilazione e fornendo sempre acqua pulita a disposizione [1].

Ogni quanto bisogna alimentarlo in base all’età.

Uno schema efficace prevede due somministrazioni settimanali per gli stadi più piccoli, ogni 7 o 10 giorni per i giovani e ogni 2 o 3 settimane per gli adulti. L’addome non deve superare sensibilmente la larghezza del carapace. Dopo la muta si attende l’indurimento dei cheliceri prima di offrire cibo [1].

Posso allevare più esemplari insieme.

La specie è solitaria. Le convivenze non sono consigliate per rischio di aggressioni e cannibalismo. Le fonti enfatizzano un allestimento per individuo con rifugio dedicato e substrato profondo. Per coppie o gruppi non vengono fornite metriche consigliate [1].

Come capire se un lungo digiuno è normale o un problema.

I digiuni prolungati sono descritti come caratteristica naturale della specie. Se l’animale mantiene un buon tono, postura normale e nessun segno di disidratazione o trauma, il digiuno può essere fisiologico. In presenza di letargia marcata, perdita di peso o difficoltà di muta è opportuno consultare un veterinario esperto [1] [2].

Fonti

[1] Lewbart G. A. 2022. Invertebrate Medicine Third Edition. John Wiley and Sons. ISBN 9781119641146.

[2] Breene R. G., O’Brien M. R. 1998. Concise Care Guide for the 80 Plus Most Common Tarantulas. American Tarantula Society. Carlsbad NM.

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